Vivono e scrivono insieme da… ehm… qualche decennio. Romani di fatto e parigini nel cuore, lavorano in ambiti artistici (lei) e progettuali (lui) ma sempre orientati all’innovazione, alla condivisione e alla valorizzazione del talento. Hanno tre figlie e un numero variabile di gatti e sono contenti che non sia il contrario.

La loro narrativa abbraccia diversi generi, dal romance alla fantascienza, e diversi stile, ma scrivono a quattro mani soprattutto opere fantasy, nelle loro svariate correnti e sottocorrenti.

A Quattro Mani
Sito di Andrea Marinucci Foa e Manuela Leoni

Cosa ti ha spinto a scrivere?

Era una mattina d’agosto del 1989, in Valle d’Aosta. Ci trovavamo in mezzo ad un bosco della Valtournenche, dove la strada si allargava e tra i larici si vedeva il Cervino stagliarsi verso il cielo limpido, dove una solitaria poiana… No, non c’era nessuna poiana; scusate, ci era partita la descrizione classica.
Parlavamo delle solite cose di cui parlano le coppie d’innamorati: di Chrétien de Troyes, della caratterizzazione dei personaggi arturiani e della cristianizzazione della Bretagna. Uno di noi, quale è indifferente, stava scrivendo un romanzo fanta-drammatico intitolato ‟L’Arpa Spezzata” che era un prequel del ciclo di Artù, e nonostante mesi di ricerca, si trovava in grande difficoltà con certe scene.
Mentre eravamo lì, intenti a smontare la cavalleria descritta nel Ciclo Bretone, sentimmo una voce gracchiare dal folto del bosco. ‟Insieme.”
Colti alla sprovvista, ci voltammo verso gli alberi e vedemmo avanzare un anziano folletto vestito da jodel. Cosa che non ci sorprese, visto che la Svizzera era dietro l’angolo. Sì, insomma, se fosse stato vestito da pastore sardo o da palombaro sarebbe stato davvero strano.
Il folletto ci veniva incontro e noi lo fissavamo meravigliati.
‟Chi sei?” chiedemmo all’unisono.
‟Sono uno spingitore di scrittori. L’unico della Valle d’Aosta, in effetti. Sono qui per spingervi a scrivere, e a scrivere insieme.”
Quello che ci dicemmo con lo spingitore, un folletto d’indole cortese e dalla cultura squisitamente cesellata, deve restare segreto. Cose da folletti, cercate di capire. Ma da allora non capita giorno in cui non discutiamo, almeno qualche minuto, delle nostre trame e dei nostri personaggi.

Pensi che quello che scrivi possa avere un impatto sul mondo che ti circonda?

Non ci illudiamo che quello che scriviamo possa cambiare il mondo. Non ci riescono guerre e rivoluzioni, figuriamoci una storia che verrà letta da qualche centinaio di persone. È come un sasso lanciato in uno stagno, il suo effetto svanisce subito e il laghetto torna se stesso in pochi istanti. Ma il sasso resta sul fondo e se ci sono abbastanza sassi…
Ok, avrai uno stagno pieno di sassi. Questa metafora è venuta male.
Il senso però è intuitivo: una storia non ha impatto, ma migliaia, milioni di storie cambiano la cultura, influenzano non poco l’umanità. Essere parte di questo, nel nostro piccolo, per noi è importante.

Cos’è per te il Confine? Credi sia importante varcarlo?

Il confine è una separazione. Per l’ebraismo, comprendendovi le sue derivazioni come cristianesimo e islam, il mondo si genera separando cose. Luce e tenebre, terre e acque, erbivori e carnivori, uomo e donna. Tutto quello che non è ‟separato”, che non rispetta il confine stabilito dal creatore, è impuro. È impuro il sangue se non resta nel confine del corpo, è impuro l’animale che ha l’apparenza mista tra erbivoro e carnivoro, è impuro chi esce dai ruoli tradizionali.
Perché varcare il confine è in fondo il peccato originale di Adamo ed Eva: cercare qualcosa che non c’è o che non puoi avere. E in questo prenderti la responsabilità e il rischio di un viaggio alla scoperta del mondo e di te stesso, della tua autonomia.
Questa paura ossessiva di mischiare quello che è separato, di varcare il confine con l’ignoto, di perdere il paradiso terrestre cogliendo una mela, non ci appartiene. È un’impostazione mentale che noi rifiutiamo. Non si può vivere decentemente senza varcare i confini: sono lì apposta per essere violati. Non c’è crescita, non c’è progresso, non c’è conoscenza dentro a un recinto. Come dice l’Ulisse di Dante quando varca il confine per antonomasia, le Colonne d’Ercole, ‟fatti non foste a viver come bruti”.

Libri e pubblicazioni

La Foresta degli incanti

Strani, inquietanti eventi si ripetono nella leggendaria Brocéliande. Tra avvistamenti alieni, folletti, antiche ricerche naziste, agenti della CIA e investigatori assortiti, l’unica speranza di venire a capo dell’intrigo è affidarsi a uno studioso di cultura e mitologia celtica e alla sua squadra. Cominciano così le indagini di Jacques Korrigan, riluttante consulente dell’Interpol, tra inseguimenti, sparatorie e sconvolgenti rivelazioni sui misteri che riguardano la Foresta degli Incanti.

Tre di Spade

Vadhe, la città insonne, la perla nera della Costa, è il palcoscenico delle prime disavventure dell’indimenticabile trio di furfanti costituito da Llana Barcarossa, Bran il Nero e Morlon l’Aquila. Tre ladri, tre racconti, 120 pagine di avventura in un nuovo classico della Sword & Sorcery.

Ouverture
Degli Dei che dal loro mondo osservano divertiti le follie degli uomini. Di tre sorvegliati molto speciali che valgono un divino e divertito brindisi.

Incontro a Mirozh
Di un incontro per nulla casuale nella taverna di un villaggio povero e sperduto. Di dadi truccati, incantesimi e spade.

L’Oro di Vadhe
Di un furto su commissione che inizia in maniera promettente. Di uno stregone vendicativo e di un sodalizio che è soltanto all’inizio.

Rosa d’Inverno
Di una bestia la cui famelica presenza affligge un intero borgo. Dell’incantevole effimera bellezza di una rosa d’inverno.

Luce e Ombra

Quando tre avventurieri accettano l’incarico di recuperare una reliquia perduta da secoli, la situazione può farsi complicata: tra combattimenti, sotterranei, incantesimi, avversari implacabili, vecchi e nuovi amori, il destino dell’impresa è nel sottile confine tra LUCE e OMBRA. Un’avventura classica di sword & sorcery, il ritorno delle tre lame più famose della Costa.
Un romanzo breve che compone il secondo volume della Canzone della Costa.

Interludio
Di occhi indiscreti e rapaci. Di fumo, sangue e acciaio e di un amico in difficoltà nell’intervallo tra una storia e l’altra.

Luce e Ombra
Della rinascita di un culto immerso nella luce e nell’ombra. Di tre avventurieri alle prese con una missione sacra in maniera molto profana. Di nuovi amici e di temibili avversari.

Altre pubblicazioni e storie

Potete trovare l’elenco, costantemente aggiornato ogni 29 febbraio, sul nostro blog nelle voci ‟opere” e ‟racconti”.